Oggi... sono andato qui ->
www.fotografiagiappone.it/mostra.htmlÈ... È... bellissimo!
Intanto è notevole il fatto che non si limitassero solo a fotografare (in bianco e nero), ma dalle fotografie facevano le stampe e le coloravano a mano (è stato un veneziano di Corfù, Felice Beato, ad introdurre questa tecnica in Giappone alla fine dell'Ottocento, per dare lavoro agli artisti dei classici dipinti giapponesi).
È notevole che, seppure siano ritratti diversi paesaggi, persone, eventi, tutte le fotografie hanno una caratteristica comune che è la profondità delle immagini. Sia quelle in studio, sia quelle più "improvvisate", trasmettono una sensazione particolarissima che non si riesce a descrivere, bisogna vederle di persona per sentirla.
Le stampe sono "all'albumina", proteina presente negli albumi, che consentiva di ottenere una fotografia "lucida e dettagliata", che col passare del tempo prendeva la colorazione ora chiamata "seppia".
Dopo un primo periodo di album, si iniziarono a produrre raccoglitori finemente elaborati (orihon), due dei quali erano alla mostra, e faceva un fantastico effetto vederli sia chiusi che aperti: erano laccati all'esterno, e i disegni sulla lacca erano semplicemente fantastici, per non parlare delle fotografie all'interno! (visibili con due iPad, gli album erano in vetrina, purtroppo
)
Per quanto riguarda i colori, ovviamente gli artisti che venivano assunti erano altamente specializzati, e oltre a una grande difficoltà nella preparazione dei pigmenti (per una buona qualità li dovevano preparare ogni giorno), e ad un sacco di tempo per fotografia (anche 8-9 ore), c'è una foto di Kusakabe Kimbei che fu colorata da un anonimo con un pennello ad
un pelo, per curare ogni particolare degli oltre 200 bonzi (preti buddhisti) della foto.
Passiamo alle opere.
Oltre a dire che erano presenti alcuni capolavori di uno dei più importanti capitoli della storia della fotografia, corrispondente all'apertura dei confini Giapponesi dopo un'isolamento di 300 anni, si devono descrivere i vari temi presentati nella mostra, perché hanno caratteristiche differenti, anche se come ho scritto prima la sensazione che trasmettono è molto simile. (non le metto in ordine di vista, altrimenti mi dimentico qualcosa)
Particolari erano alcune fotografie di fiori in primo piano, che erano talmente perfette, dettagliate e ben colorate che sembravano disegni! La foto più interessante di questo "set" è senz'altro il ramo di ciliegi in fiore, solo che non si potevano fare foto, e non la trovo in rete... era davvero fantastica *_*
La sezione riguardante le donne e il mondo femminile era l'emblema della società effettivamente maschilista, ma non la presentava come una cosa
negativa. Al contrario, la gran parte delle fotografie esaltavano la bellezza femminile non in quanto "oggetto", ma in quanto donne nelle loro azioni quotidiane. Alcune mostravano, certo, la bellezza femminile ideale giapponese, della quale molti occidentali si sono innamorati, ed erano certamente artistiche, ma le foto migliori erano secondo me quelle più naturali, come una fotografia di donne che pranzavano o un ritratto di una vecchia signora.
Altra sezione, caratteristica della cultura giapponese, era dedicata alla natura "domata". Metto "domata" tra virgolette, perché al contrario di noi occidentali, che abbiamo sempre avuto la tendenza di mostrare la forza dell'uomo sulla natura, il "domato" giapponese significa una comprensione della bellezza naturale della natura (scusate il gioco di parole).
Da notare che a proposito della natura furono realizzate opere come le
Trentasei vedute del Monte Fuji (1826-1833) o le
Cento famose vedute di Edo (1856-1858), e solo ora noto la citazione del secondo presente nel manga "Knights of Sidonia", con le "Cento vedute della Sidonia" *_*
Da notare anche che furono proprio queste fotografie ad essere le prime nelle guide turistiche per gli occidentali... ottima scelta, direi!
Una sezione, in un certo senso opposta alla sezione del mondo femminile, era quella riguardante gli stereotipi maschili. Dal samurai al bonzo, dal daimyo al contadino, dagli artigiani ai commercianti ai bambini, tutti i maschi sembravano dover essere inseriti in ben definite categorie di "ruoli". E alcuni di questi avevano attributi inconsueti, come i lottatori di sumo (vestiti solo con il perizoma), o i corrieri (quasi totalmente nudi e tatuati).
Molto belle le foto singole, e in alcune di queste ho trovato le migliori colorazioni delle opere esposte, come nel "massaggiatore cieco"
Sacro e profano, una delle ultime sezioni, mostrava la contrapposizione tra come i fotografi riprendevano i due diversi mondi. Il sacro era incentrato in particolari, anche quando rappresentava cerimonie, veniva portata l'attenzione su un simbolo, un carro decorato, e ovviamente venivano fotografati i particolari, per esempio i Nio (le statue all'entrata dei templi buddhisti), le pagode, i templi in acqua... molto affascinante anche per la raffinatezza dei soggetti fotografati.
Il profano era più "generale", con vedute urbane, villaggi da lontano o centri più affollati, comunque variegati e più "liberi". Di questi mi ha colpito molto la spontaneità di alcune persone
Di questa sezione la foto che più mi ricordo è una foto delle 3 scimmie "non vedo, non sento, non parlo" incise ad altorilievo in un tempio.
Una parete aveva una ventina di "carte da visita", ovvero piccole foto di attori in abiti da scena, che sono particolari per la dimensione (anche se dicono fosse la dimensione più comune delle foto), e per i soggetti. io non conosco di quali opere facessero parte i personaggi rappresentati, ma sono sicuro che mostrassero al meglio le caratteristiche dei personaggi stessi, perché facevano trasparire le loro personalità.
Sezioni finite, ma ho ancora un paio di cose da dire
Prima di tutto, la foto più bella, più affascinante, più espressiva che ho visto, era il monte Fuji fotografato dal lago Hakome.
L'hanno capito anche gli organizzatori, infatti l'unica cartolina aveva quell'immagine, e io non ho potuto fare a meno di prenderla *_* È estremamente fantastica!
E poi, ho cambiato meta: prima volevo andare assolutamente a Kyoto ed Osaka, ancor di più di Tokyo, ora prima di tutto voglio (e sottolineo voglio) andare a vedere Nikko! C'erano varie foto di templi, ma soprattutto delle strade sterrate per arrivarci e... e... fantastico! È assolutamente un posto fantastico!
P.S.: Visto che questa mostra è "semovente" (per esempio molte delle immagini le ho prese dal sito che hanno fatto quando sono andati a lugano), se capita dalle vostre parti ritagliatevi 2 orette da passarci dentro, ne vale veramente la pena!!!